La partecipazione della Fondazioni nelle banche italiane è da ridimensionare.
Qusto sostanzialmente il monito lanciato dal FMI che, a seguito di uno studio sulle governante bancarie, ha potuto affermare come in Italia gli istituti di credito “hanno ancora molta strada da fare“.
Pur riconoscendo il ruolo fondamentale che le Fondazioni hanno avuto nello sviluppo e nell’ammodernamento dei sistemi bancari, in quanto come azioniste di lungo tempo, hanno conferito stabilità agli assetti di governante degli istituti, oggi l’FMI richiama l’attenzione sulla necessità di uscire orma da un sistema i cui pregi appaiono sorpassati dai limiti e dai vincoli nei quali oggi le Fondazioni blindano il sistema bancario.
Il rischio per le banche di essere esposte a sistemi di concentrazione di interessi e alla influenza della politica, rende condizionata “la composizione delle parti che prendono le decisioni e l’attività delle banche”.
A questa posizione dell’FMI ha reagito l’ACRI, ricordando come non è il sistema bancario italiano ad avere bisogno di moniti, ma forse ci si dovrebbe concentrare sul territorio tedesco dove un istituto tedesco di piccole dimensioni su due non ricadrebbe sotto il controllo della BCE.
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