La Commissione Bilancio è chiamata a votare un emendamento presentato dal Governo alla Legge di Stabilità che, se approvato, servirà a sanare uno dei tanti privilegi introdotti dalla Legge Fornero per i soliti noti.
Ad oggi la riforma Fornero permette solo ad alcune categorie (ad esempio dirigenti, magistrati e docenti universitari) di restare al lavoro oltre il limite della pensione di anzianità maturando i requisiti per incassare un assegno anche superiore all’ultimo stipendio. Se l’emendamento dovesse passare, cancellerebbe questa possibilità, sancendo che “l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato” con le regole precedenti alla riforma Fornero. In questo modo il Governo limiterebbe l’assegno all’80% dell’ultimo stipendio per queste categorie. La previsione normativa, se introdotta, non avrebbe però efficacia retroattiva in quanto dovrebbe quindi applicarsi solo alle pensioni erogate a partire dal primo gennaio 2015, giorno di entrata in vigore della manovra.
E’ all’esame anche un secondo emendamento che eliminerebbe le penalizzazioni che la Riforma Fornero prevede per chi va in pensione prima di aver compiuto i 62 anni, pur avendo maturato i requisiti contributivi. Anche in questo caso il beneficio sarebbe operativo dal primo gennaio 2015 e sarebbe valido soltanto per i soggetti che maturano i requisiti di anzianità contributiva “entro il 31 dicembre 2017“.
Restano però ancora da sciogliere per Governo e maggioranza i nodi principali: la riformulazione dei tagli da 4 miliardi alle Regioni, la tassazione dei fondi pensione e l’introduzione di una imposta unica comunale. Per questi aspetti si rimanda tutto all’esame del Senato.
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